Quando studiamo i sei principi base dell’Aikido –ikkyo, nikkyo, sankyo, yonkyo, gokyo e rokkyo– ci riferiamo fondamentalmente alla categorizzazione fornita da Morihiro Saito Sensei. Egli ha avuto il merito di contribuire in modo significativo alla comprensione delle tecniche e dei principi di base dell’Aikido. La sua metodologia didattica offre ancora oggi una “cassetta degli attrezzi per l’Aikido” completa tanto per i principianti quanto per i professionisti avanzati e rappresenta il più affidabile strumento di interpretazione dello spirito in cui O’Sensei ha codificato l’Aikido.
Tuttavia, O’Sensei Morihei Ueshiba non ha classificato le tecniche, chiamandole con i nomi con cui Saito lo fece – e nel modo in cui siamo abituati a studiarle.
Come afferma Philippe Voarino Sensei nel suo articolo, O’Sensei, quando insegnava ciò che chiamiamo “ikkyo”, usava il termine “ippo”. Prendetevi un momento per leggere l’interessante articolo citato, ne vale veramente la pena. In breve, ippo, agli studenti giapponesi di Morihei Ueshiba, suonava simultaneamente con il significato di “primo controllo”, “prima legge”, “prima direzione”.
Per diffondere l’Aikido al di fuori del Giappone e renderlo accessibile ad altre culture, Saito Sensei ha fatto una scelta, probabilmente dolorosa, che ha portato sia ad una più diretta comprensione di “ikkyo” e dei principi, sia a una graduale perdita del significato integrato contenuto nella parola “ippo” …
Un altro articolo di Voarino Sensei è dedicato a gokyo. Cercando di evitare di ripetere ciò che Voarino afferma con grande competenza, vale la pena notare che ciò che siamo abituati a chiamare “gokyo” è qualcosa che deriva da una scelta di semplificazione di Saito sensei.
Se insegnato come tecnica di disarmo, gokyo – che non fu mai chiamato così da O’Sensei – diviene lentamente un principio a sé stante.
Il punto che vogliamo sottolineare qui e, alla fine, indagare un po’, è che nella maggior parte dei programmi tecnici dei vari stili di Aikido, gokyo viene insegnato e richiesto solo nella sua forma ura, mentre ci sono molti contenuti multimediali facilmente reperibili in rete in cui Saito sensei esegue gokyo nella forma diretta, omote.
Per una spiegazione esaustiva della natura tecnica di gokyo vi invitiamo a leggere attentamente il link summenzionato; qua cerchiamo di concentrarci su una sua caratteristica quasi nascosta. Cioè proporre un approccio duale e complementare rispetto a ciò che viene studiato attraverso ikkyo.
Vediamo questo tipo di dualità simmetrica e di integrazione quasi ovunque nelle tecniche di Aikido, dai suburi al tai jutsu. Probabilmente questo è il motivo per cui è stato introdotto gokyo.
All’interno di una sequenza di movimenti, angoli e linee che sono geometricamente equivalenti a ikkyo, la presa del polso di partenza è l’unico cambiamento evidente. Invertendo la polarità della presa, rispetto a ikkyo, gokyo permette di esplorare “l’altro lato della Luna”, chiedendo a tori di prendere il punto di vista di uke, cosa che non succede con ikkyo.
Pertanto, mentre è piuttosto chiaro come funziona gokyo e come deve essere eseguito in modo che possa essere efficace nel disarmare un attaccante con un coltello, potrebbe non essere chiaro quale dovrebbe essere lo scopo della tecnica nella prospettiva dello sviluppo personale.
Ciò potrebbe significare riportare il tutto alla dimensione della completa integrazione dell’attaccante nell’impostazione della non dualità che è il fondamento dell’Aikido e che rende un conflitto uno strumento per l’evoluzione.
Questo è probabilmente il motivo per cui Saito sensei ha introdotto gokyo in entrambe le forme, omote e ura, che danno l’opportunità di scoprire nuovamente la non dualità di un principio (studiato in ikkyo) grazie alla dualità delle direzioni.
Qualcosa di molto oltre rispetto alla pressione bestiale sul polso di uke quando è disarmato con tutto il peso di tori una volta che è stato schiacciato sul tatami …